Ci sono diversi fattori che rendono collezionare multipli d’arte contemporanea una piacevole attività: alcuni sono condivisi con il collezionismo d’arte tout court, ovvero la gratificazione del possesso, la passione per il bello, il prestigio sociale e culturale conferito dalla raccolta di oggetti frutto dell’ingegno e della creatività. Altri sono invece più specifici, come il fatto che i multipli sono in genere meno costosi delle opere “uniche” degli stessi autori, ovvero i dipinti ed i disegni, e permettono quindi di diventare collezionista anche a chi non ha grosse disponibilità economiche. Ma da dove cominciare per mettere insieme una collezione di multipli d’arte contemporanea?
Il primo passo è sicuramente conoscere gli oggetti che si vogliono collezionare: come si identifica un multiplo d’autore? Cosa lo differenzia da una riproduzione o una stampa?
Per multiplo si intende un’opera realizzata, su preciso progetto dell’artista, per essere stampata in un numero di copie prestabilito (e limitato), definito tiratura.
L’artista cura la realizzazione del multiplo (in base alla tecnica che preferisce) vi appone la firma a mano – generalmente sul lato anteriore -, ne numera le copie secondo il criterio numero della stampa/tiratura (per es. 1/200 significa che è la prima stampa su una tiratura di 200 esemplari) e – una volta esaurita la stampa – procede con la biffatura della matrice, rendendola inutilizzabile o, secondo le indicazioni della Dichiarazione di Venezia del 1991, la segna, perfora o taglia in una parte della superficie in modo evidente, per provare inequivocabilmente l’avvenuta stampa della tiratura.
La Dichiarazione di Venezia è ad oggi il più importante documento che regolamenta la grafica originale d’arte ed i multipli ed è stata prodotta durante il Convegno Internazionale sulla grafica d’arte che si è tenuto nei giorni 25 e 26 ottobre 1991 presso l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee de La Biennale di Venezia. I firmatari della dichiarazione sono Enzo Di Martino, Rene’ Berger, Maurizio Calvesi, Jean Clair, Miguel Rodriquez Acosta, Zoran Krzisnik.
Il criterio di rarità ed il certificato di autenticità
Gli elementi per calcolare il giusto valore dei multipli d’arte contemporanea sono vari, ma tra i più semplici figura il criterio di rarità, ovvero: meno esemplari esistono, più costeranno. Quindi, i multipli con una tiratura molto bassa varranno di più di quelli con una tiratura alta.

Inoltre, è fondamentale che i multipli d’arte contemporanea siano accompagnati da un certificato di autenticità firmato dall’artista o dall’editore, che dichiari l’effettiva paternità dell’opera e riporti il numero totale degli esemplari prodotti.
Questo rende chiara la differenza fondamentale tra un multiplo e una riproduzione: il primo è un progetto dell’artista, la seconda invece può avere la provenienza più disparata. Per esempio, l’immagine dell’opera singola di un artista riprodotta su una locandina o su un manifesto, anche se firmata dall’artista, non costituisce un multiplo. Così come quelle realizzate – con varie tecniche – dai suoi eredi, anche se editate in tiratura limitata. Ed in generale, non può definirsi multiplo nessuna opera, riprodotta in più esemplari, che sia priva di una certificazione esplicita.