Grafica, scultura, pittura, editoria e persino eventi culturali: Ezio Gribaudo ha sperimentato tutte le sfaccettature delle arti.
E tutti gli strumenti: dai pennelli agli utensili dell’industria tipografica, passando per torchi manuali. Insieme a lui, i maggiori artisti del Novecento, dagli amici Fontana e De Chirico, fino a Chagall, Miró, Moore e accanto a loro, per ultima ma non ultima, la grande mecenate e collezionista Peggy Guggenheim.
Nato nel 1929 a Torino, Ezio Gribaudo si è formato all’Accademia di Brera, dove ha studiato grafica, e quindi alla Facoltà di architettura del Politecnico di Torino. Fin da giovane si dedica all’editoria d’arte, realizzando volumi di grande pregio come le Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, Garzanti, Einaudi, ed UTET e soprattutto le Grandi Monografie Fabbri Editori, che riuniscono 34 volumi tra il 1966 ed 1990, e che lo portano a contatto con i grandi maestri dell’arte moderna come Bacon, Burri, Duchamp, Savinio, Guttuso, Botero e Manzù.
Parallelamente coltiva la passione per l’arte, in cui dimostra un grande talento e la propensione a sperimentare tecniche e materiali. Parte da uno stile figurativo, che risente degli influssi del Surrealismo e della Metafisica di de Chirico, ma presto vira verso l’astrattismo, con cui si sente più libero di sperimentare i diversi materiali. Il suo uso di tecniche e materiali rende le sue opere difficilmente classificabili.
Affascinato dal monocromo, ispirato da Malevič, Gribaudo realizza diverse opere in bianco su bianco, come i Flani ed i Logogrifi. I Flani sono lavori in tecnica mista realizzati dagli scarti della produzione tipografica, con notizie giornalistiche o testi narrativi, che vengono usati come supporto alla pittura, e mostrano uno dei caposaldi della ricerca del maestro, ovvero l’uso della scrittura usata come elemento artistico. M
I Logogrifi, realizzati sempre con gli scarti della produzione di giornali e di testi editoriali, sono delle impronte tipografiche su carta buvard (una carta utilizzata in tipografia per le sue proprietà assorbenti) prive di inchiostro e impresse a secco,. I Logogrifi gli fruttano il Premio Internazionale per la Grafica alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966, e mutano poi in Metallogrifi e Saccogrifi.
Sullo stesso filo narrativo e lessicale, seguono i simboli del Concilio, i Cieli, i Dinosauri, le Piramidi, le Gabbie che ospitano coloratissimi pesci o altri animaletti e soprattutto I Teatri della Memoria. Questi costruiscono un vero e proprio linguaggio per immagini, ispirato allo studio delle arti mnemoniche rinascimentali, che elabora dei nuovi codici simbolici evocando il passato.
Gribaudo animatore culturale
L’artista ha messo spesso i panni dell’organizzatore di mostre ed eventi culturali dall’ampio respiro. Una delle mostre più famose organizzate da Gribaudo è quella della della Peggy Guggenheim Collection, ospitata nel 1976 alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.
Un altro evento passato alla storia è la mostra-spettacolo Coucou Bazar, sponsorizzata dalla FIAT, che Gribaudo organizza nel 1978 per Jean Dubuffet alla Promotrice delle Belle Arti. Lo spettacolo era stato rappresentato con successo nel 1973 sia al Guggenheim di New York sia al Grand Palais di Parigi ed a Torino viene accolto con grande clamore.
Gribaudo è anche un appassionato collezionista di arte moderna: nella sua collazione figurano opere di Carrà, Calder, Chemiakin, Dubuffet, de Chirico, Fontana, Matta, Ernst, Moore e Tàpies.
Premi e collezioni
Gribaudo ha ricevuto moltissimi riconoscimenti nella sua carriera, da istituzioni prettamente artistiche come la IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1965), la IX Biennale di San Paolo in Brasile (1967), il Premio Pannunzio (2003), il Premio Tigullio (2009) e l’IIC (Istituto Italiano di Cultura) Lifetime Achievement Award (2016), ma anche civili. Nel 2003 infatti l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha consegnato, al Quirinale, la Medaglia d’oro dei Benemeriti della Cultura.
Inoltre, Gribaudo è stato Presidente dell’Accademia Albertina di Torino dal 2003 al 2005 ed attualmente ricopre la causa di presidente onorario. Nel 2008 ha ricevuto la medaglia di Accademico d’Onore.
Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni e nei maggiori musei di arte, come il MOMA, Museum of Modern Art di New York, la Peggy Guggenheim Collection e Ca’ Pesaro a Venezia, il Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro, il Musée des Arts Decoratifs di Parigi, il Petit Palais Musée d’Art Moderne di Ginevra, la Narodni galerie v Praze di Praga, la Maison de la Culture et des Loisirs di Saint-Étienne, il Kunstverein di Göttingen, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, l’Accademia Albertina di Belle Arti e il Museo Nazionale del Risorgimento, entrambi a Torino, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto, l’Accademia di Belle Arti di Catania.
La sua ricerca continua ancora oggi: il maestro, durante il lock-down, ha lavorato a collage e lavori riguardanti la cronaca, come la vicenda del ponte Morandi a Genova, ed anche Logogrifi bianchi , come quello che è simbolo del suo Archivio, ricavato dall’immagine di una cellula cerebrale ingrandita, donata da Paola Levi Montalcini (la gemella della scienziata Rita).
Per Bolaffi ha realizzato la Dialettica per la serie Le Sette Arti Liberali.