Marotta Editori

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Il nome di Fernando Botero richiama subito alla mente figure morbide, dilatate e decisamente oversize. Ma se si guarda oltre le sue donne ed i suoi uomini corpulenti, si trova un artista dalla cultura sterminata e dalla coerenza esemplare, votato alla chiarezza del messaggio e animato da una sagace ironia.

Quando Fernando Botero viene alla luce, ottantacinque anni fa, Medellin è una piccola città di provincia, da cui si può andar via solo a cavallo o – quando funziona – in treno. Il talento del giovane Fernando lo  porta presto a viaggiare in tutto il mondo, ma senza rinnegare mai l’influenza delle sue origini ed il mondo latinoamericano in cui è cresciuto.

Fernando Botero Lussuria per Bolaffi Arte

Nei suoi dipinti si ritrovano, infatti, gli interni della piccola borghesia colombiana, le feste di quartiere, la forte religiosità (sebbene l’artista si sia sempre dichiarato ateo) e scene di quella vita quotidiana che ha caratterizzato la sua formazione, spesso raffigurate con grande ironia.

Ma non solo: i suoi studi lo portano ad appassionarsi ed a subire l’influenza dell’arte del Rinascimento italiano e dei grandi maestri europei come Rubens, Dürer, Manet  oltre che a trascorrere diversi mesi all’anno in Toscana, a Pietrasanta.

Fernando Botero e il volume delle forme

Le sue figure abbondanti sono state spesso oggetto di critiche feroci e di interpretazioni fantasiose, ma il maestro ha più volte spiegato che la loro origine è squisitamente pittorica. Il suo interesse è infatti  esaltare il volume delle figure per accrescere l’area in cui inserire il colore, per comunicare la sensualità della forma, esaltare il piacere e della vita e dare alle opere, attraverso l’ abbondanza di uomini, donne, animali ed oggetti, una carica di esuberanza e desiderio.

Fernando Botero Lussuria

Nella sua sterminata produzione, riunita nei mesi scorsi in una retrospettiva al Vittoriano di Roma, Fernando Botero affronta anche tematiche scomode, senza risparmiare critiche alle istituzioni ecclesiastiche ed entrando anche nel vivo dell’attualità (come nel caso delle torture ai prigionieri nella prigione di Abu Ghraib).

Il suo lavoro è spesso articolato in serie, sia per le opere uniche che per i multipli d’arte: sono celebri infatti La Corrida, il Circo, le Monna Lisa ed appunto Abu Ghraib.

Per Bolaffi ha realizzato l’opulenta Lussuria, edita nella serie di multipli d’arte dedicata ai Sette Peccati Capitali.

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