Autodidatta, poliedrico, insofferente verso le logiche del sistema dell’arte, assolutamente contrario a riconoscersi in una corrente o uno stile, Flavio Costantini ha attraversato il ‘900 esplorandone la storia e l’ineluttabilità degli eventi.

Flavio Costantini nasce a Roma nel 1926. Si diploma come Capitano di Lungo Corso e presta servizio nella Marina Militare come Sottotenente di Vascello. Pasta quindi alla Marina Mercantile, appassionandosi parallelamente alla letteratura, in particolare a Franz Kafka, di cui illustra America e Il processo.
Quando sbarca definitivamente, nel 1954, si dedica ad attività che possano dare spazio alla sua passione per le attività creative:  progetta e disegna stoffe a Santa Margherita Ligure, quindi collabora con lo studio grafico Firma di Genova, con le riviste aziendali della Shell e della Esso, quindi con quella dell’Italsider.

Coltiva intanto l’interesse per la pittura e per la letteratura: nel 1959, dopo un viaggio in Spagna, realizza una serie di dipinti sulla Tauromachia e qualche anno più tardi, ovvero dal 1963 in poi, dopo un viaggio in Unione Sovietica, si dedica allo studio del movimento libertario internazionale e dipinge tempere che rappresentano momenti salienti del movimento anarchico tra il 1878 e il 1926, mantenendo una solerte fedeltà alle fonti documentarie, che diventerà una cifra distintiva della sua produzione.

Flavio Costantini
Flavio Costantini, La Banda Bonnot, Fonte: wikipedia

La sua ricerca si orienta, a partire dagli anni ’80, verso l’ineluttabilità della storia e delle sue conseguenze, sul labile confine che intercorre tra vittime e carnefici e sulla casualità delle vicende storiche che travolgono il singolo individuo.

Nascono così le serie di dipinti dedicate alla tragica fine della famiglia Romanov, all’affondamento del Titanic e – in anni più avanzati – alla Rivoluzione francese.

Non abbandona mai l’amore per la letteratura, testimoniato dai numerosi ritratti dedicati a scrittori e poeti e dalle illustrazione realizzate per volumi quali Il cavallino di fuoco di Vladimir Majakovskij (1969; ristampa 2006), Cuore di Edmondo De Amicis (1977), La linea d’ombra di Joseph Conrad (1989), Ricordi dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij (1997) ed anche per testate nazionali come La Domenica del Corriere, Corriere della Sera, La Repubblica, L’EuropeoPanorama e L’Espresso.

Lo stile, inconfondibile e inclassificabile, di Flavio Costantini

Autodidatta, l’artista matura un linguaggio estremamente personale e fatica a riconoscersi in un movimento o in uno stile codificato. Sebbene non si dedichi all’astrazione, nega la figurazione attraverso proporzioni irregolari e prospettive distorte. Delinea figure e architetture attraverso un inconfondibile tratto nero e un sottile reticolato di ombre, si mantiene fedele alle fonti letterarie e iconografiche a cui si ispira.

Flavio Costantini
Flavio Costantini, Prima giornata di lavoro Rivista Italsider – Illustrazione dell’omonimo racconto sulla rivista Italsider, Fonte: Flickr

Muore a Genova nel 2013. L’Archivio Flavio Costantini, nato pochi anni prima (2011) su iniziativa di familiari e amici dell’artista, si occupa di promuovere, valorizzare, tutelare e diffondere la conoscenza delle sue opere e della sua ricerca.

Per Bolaffi ha realizzato Il Re per la serie delle Carte da Gioco.