Giorgio de Chirico è il padre indiscusso della Metafisica. Le Piazze, i Manichini, le ombre ed i personaggi mitologici evocati nei suoi dipinti costituiscono un punto cruciale nella storia dell’arte del Novecento.

Nato in Grecia da genitori italiani nel 1888, Giorgio de Chirico si trasferisce in Italia nel 1909. Negli anni della sua formazione riceve le prime lezioni di disegno dai pittori Mavrudis, Carlo Barbieri e Jules-Louis Gilliéron. Inoltre subisce l’influenza di Arnold Böcklin e Max Klinger. Trascorre alcuni anni a Parigi, dove ha modo di conoscere Guillame Apollinaire, Max Jacob e Pablo Picasso e si interessa all’arte di Paul Gaugin.

Proprio in questi anni nasce la pittura metafisica, che l’artista riconduce al dipinto L’enigma di un pomeriggio d’autunno (1910) la cui composizione gli appare come una sorta di epifania mentre è seduto su una panca in mezzo a Piazza Santa Croce a Firenze.

Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale si arruola insieme al fratello Andrea (che in seguito assumerà lo pseudonimo di Alberto Savinio) e viene destinato a Ferrara. Ben presto la sua salute malferma lo costringe ad un ricovero presso l’ospedale militare Villa del Seminario, dove si trova anche Carlo Carrà. La corrente metafisica prende il via proprio dall’incontro tra i due artisti, cui si aggiungono presto Alberto Savinio e Giorgio Morandi.

L’evoluzione della Metafisica nelle opere di Giorgio de Chirico

Nei dipinti metafisici, de Chirico crea suggestioni oniriche ponendo oggetti perturbanti e statue antiche in spazi aperti, tra architetture incombenti e desolate. I colori sono stesi in campiture larghe e uniformi, ogni scena sembra sospesa in un tempo indefinibile.

Nel corso degli anni affronta in chiave metafisica soggetti differenti, abbandonando via via le Piazze per studiare il mito mediterraneo. Nascono così gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Mobili nella valle ed i Gladiatori. Non mancano gli autoritratti ed i ritratti, soprattutto femminili. Negli ultimi anni della sua vita inizia una ricerca denominata Neometafisica, in cui rielabora i soggetti delle opere dei primi trent’anni del Novecento con colori più accesi e atmosfere meno inquietanti delle opere originali. Muore a Roma nel 1978. Negli anni Ottanta viene istituita la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico per tutelare e promuovere la sua opera artistica e intellettuale.

Per Bolaffi ha realizzato la Lettera O, edita nella serie di multipli d’arte dedicata alle Lettere dell’Alfabeto.