Ceco di nascita, ma parigino di adozione Jiří Kolář è stato un artista poliedrico e multiforme. Figlio di un panettiere e di una sarta, nasce nel 1914 a Protivìn, nella Boemia meridionale. Svolge lavori molto disparati (falegname, panettiere, fabbro, cameriere, operaio delle ferrovie) ma la sua passione per le arti non si affievolisce mai.

Negli anni ’30 espone i suoi primi collage a Praga e scrive alcune delle poesie che saranno pubblicate all’inizio del decennio successivo. La sua ricerca procede parallela tra poesia visiva e arte, spaziando di quando in quando anche tra la letteratura (è autore di alcuni libri per ragazzi e saggi).

Nel 1942 fonda, insieme allo storico dell’arte Jindřich Chalupecký, allo scultore Ladislav Zívr, al pittore František Hudeček, ai poeti Ivan Blatný, Jiřina Hauková, Josef Kainar e ad altri artisti, il Gruppo 42 (Skupina 42) e si dedica prevalentemente alla poesia.

Nel 1953 viene arrestato perché alcuni suoi scritti sono considerati “sovversivi” dal regime cecoslovacco. Condannato e poi amnistiato, subisce l’interdizione di ogni pubblicazione (il divieto rimarrà in essere fino al 1964).

Jiri Kolar Rolage

Le sue ricerche in ambito delle arti visive lo portano a sperimentare diverse tecniche di collage e ad inventarne alcune. All’inizio degli anni ’50, crea le serie dei Confrontages (ovvero l’accostamento quasi surrealista di due soggetti diversi) e dei Rapportages (confronto di soggetti differenti ma uniti da una base semantica, per esempio: Due Interni del 1952, in cui vengono messi in relazione il Bue Macellato di Rembrandt e un calcolatore elettronico aperto con i suoi meccanismi in bella vista).

Jiri Kolar rolage

Di poco successivi sono i Rolages, ovvero collage realizzati “tagliando a strisce” l’immagine di un’opera famosa e quindi incollandola secondo una sequenza ritmica oppure intervallando le strisce a quelle estratte da un’altra immagine, per esempio il Bacino di San Giorgio Maggiore di Canaletto e La Nascita di Venere di Botticelli diventano il rolages Venus a Vènis.

Una tecnica differente è quella degli Intercalages, ovvero frammenti di opere innestate su ali di farfalle, sagome del mondo animale e – successivamente – in forme e silohuette tratte da altri dipinti. Sulla stessa linea di ricerca si pongono le Chiasmages , in cui lettere, parole, versi del Talmud o della Bibbia, numeri e persino partiture musicali diventano frammenti da incollare, sovrapporre, accartocciare.

Quasi come negazione di queste tecniche, che aggiungono e combinano elementi differenti, nascono gli “anticollage“, ovvero gli Zmizìk (sparizioni), opere in cui Jiri Koliar “cancella” gli oggetti dalle riproduzioni di alcune opere. Per esempio nel Vaso Blu di Cezanne, fa scomparire proprio il vaso.

Jiri kolar Oggetto-collaage Mozart

Jiří Kolář: la Primavera di Praga e l’esilio

Alla vigilia della Primavera di Praga, Kolář sostiene con entusiasmo il tentativo di Alexander Dubček di riformare il regime comunista in Cecoslovacchia e realizza Hebdomadaire 67: il primo giornale in forma di collage che racconta la vicenda fino all’intervento delle truppe del Patto di Varsavia.

Negli anni successivi viaggia molto e riceve numerosi premi: nel 1968 il Premio Mirò a Barcellona, il premio del Comitato centrale del Fronte Nazionale a Praga e quello della Biennale di Lignano; nel 1969 il premio della Biennale di San Paolo; nel 1971 il premio Herder a Vienna.

Nel 1977 firma la Charta 77, una delle più importanti iniziative di dissenso in Cecoslovacchia. Nel 1980, mentre i suoi beni vengono confiscati in patria, si stabilisce a Parigi, dove fonda la la Revue K (Rivista K), dedicata agli artisti di origine ceca, come lui, in esilio in Francia.

Il ritorno a Praga

Torna in patria solo a seguito della Rivoluzione di velluto (1989) che mette fine al regime comunista cecoslovacco. La riconciliazione simbolica e pubblica della nuova Repubblica Ceca con il suo artista avviene però solo nel 1990 alla Biennale di Venezia, dove è esposta la prima opera della Poesia a nodi del 1963: un assemblaggio realizzato con spago, filo, passamaneria e cartone.

Nel 1999, dopo un ictus celebrale, Jiří Kolář si trasferisce definitivamente a Praga, dove muore nell’estate del 2002. Poco dopo la sua scomparsa il pittore Achille Perilli, che era un suo caro amico, gli dedica un omaggio sulla sua rivista Metek.

I colori dell iride

Jiří Kolář ha esposto nelle principali città ed istituzioni culturali in Europa e negli Stati Uniti, tra cui: Museo di Arte Moderna Miami, (Florida USA); ARC – Museo di arte moderna della città di Parigi, Palazzo Madama di Torino, Museo Solomon R. Guggenheim (New York); Haus am Checkpoint Charlie (Berlino), Centro d’Arte Reina Sofia a Madrid. L’archivio delle sue opere è conservato presso Galleria Melesi di Lecco.

Per Bolaffi ha realizzato Verde per il ciclo I colori dell’Iride.