Achille Perilli, romano classe 1927, è uno degli alfieri dell’astrattismo geometrico in Italia. Estremamente attivo, ha animato la scena culturale del paese attraverso innumerevoli e poliedriche iniziative culturali.

Nel Secondo Dopoguerra l’arte in Italia è esclusivamente figurativa. Il dibattito tra figurazione e astrazione si avvia solo quando Achille Perilli, insieme a Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, fonda il gruppo Forma 1, nel cui manifesto si chiarisce il punto della situazione: Ci interessa la forma del limone, non il limone.

Achille Perilli Gurppo Forma 1
Il gruppo Forma 1, fonte: wikipedia

In sostanza, i firmatari del manifesto si esprimono a favore di un’arte non figurativa, non referenziale, che non sia riconducibile a forme reali o alla natura. L’impegno di Perilli non si ferma alla ricerca artistica, ma si spinge anche verso l’editoria con le riviste Forma 1, Forma 2 e L’esperienza moderna (con Gastone Novelli) attraverso cui promuove la riscoperta del movimento dada e surrealista. Un impegno che culmina, negli anni 90, nella collana la Librericciuola, formata da volumi con i testi di poeti, scrittori, fotografi, musicisti, architetti, illustrati da sue incisioni.

Oltre al Gruppo Forma, che si scioglie nel 1953, Perilli aderisce al Gruppo Arte Sociale (GAS) ed al MAC Movimento per l’Arte Concreta (1964),  al Gruppo Altro (1972) e redige il Manifesto della Folle Immagine nello Spazio Immaginario (1971) e quello della Teoria dell’irrazionale geometrico (1982). Parallelamente fonda la libreria – galleria L’Age d’Or insieme a Dorazio e Guerrini (1950),  e si dedica anche al teatro, curando alcuni allestimenti come le scene ed i costumi del balletto Mutazioni per la Scala di Milano.

Le rocce dell’antica saggezza, 1957. Fonte: settemuse

Negli anni ha stretto rapporti molto intensi con letterati, musicisti, uomini di teatro, poeti e nel 2017 viene pubblicato il suo Catalogo Generale, a cura di Giuseppe Appella, che raccoglie le opere realizzate tra il 1946 e il 2016.

Inizialmente, Achille Perilli conduce la sua ricerca artistica con composizioni astratte formate da sequenze grafico-narrative, i cosiddetti graffiti ed i fumetti, dedicandosi  quindi alle insane geometrie e, dagli anni Settanta in poi, alle Machinerie ossia strutture di una geometria immaginaria, non riconducibile a quella euclidea, riempite con colori vivaci e brillanti.

Perilli
La Coda del Diavolo, 2003 – Fonte: settemuse

Numerose le incursioni nella scultura, negli anni ’60 con le Colonne, e quindi con Distorti, i Bianchi e le Ceramiche, in cui cerca di coniugare la ricerca dell’astrazione con il rapporto con la natura.

Dagli anni ’90 in poi Achille Perilli si dedica agli Alberi, delle sculture realizzate con tronchi e radici secchi, su cui interviene con colore ed  intagli.

 

Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1962 e nel 1968 e nel corso della sua carriera espone sia in Italia che all’estero, raggiungendo una grande notorietà.

Per Bolaffi ha realizzato le copertine Picche per la serie della Carte da Gioco.