Partito dalla natìa Sicilia, Piero Guccione ha portato la sua pittura giro per il mondo.
È stato definito da Gesualdo Bufalino come Colui che ha scoperto la giuntura fra quelle due parallele apparentemente incomunicabili che sono la verità e l’incantesimo e alla sua morte Vittorio Sgarbi ha dichiarato che Nessuno ha rappresentato meglio di lui l’essenza e il turbamento dell’uomo alla fine dell’Universo di valori dell’Occidente.

Nato nel 1935 a Scicli (Ragusa), Piero Guccione si diploma all’Istituto d’Arte di Catania e, nel 1954 si trasferisce a Roma, dove frequenta per pochissimo tempo l’Accademia di Belle Arti. Lasciati gli studi, si mantiene con un sussidio che riceve da una scuola parastatale di cartellonismo pubblicitario e quindi lavorando come grafico in uno studio romano.
Nel 1955 incontra per la prima volta Renato Guttuso, a cui rimarrà legato da una profonda amicizia, ed inizia a frequentare Astrologo, Attardi, Tornabuoni e Vespignani, ovvero i pittori neorealisti della Galleria Il Pincio.
Piero Guccione e il Sahara
Nel 1958 partecipa alla prima missione paletnologica nel Sahara libico che ha lo scopo di rilevare a grandezza naturale le pitture rupestri delle civiltà sahariane preistoriche. Parteciperà anche alle otto missioni successive, fino al 1969. Intanto comincia un’intensa attività espositiva: la sua prima personale è alla Galleria Elmo di Roma nel 1960.
L’anno successivo l’American Federation of Art lo invita ad esporre alla Columbia University di New York proprio le riproduzioni delle pitture rupestri. L’esposizione proseguirà nelle maggiori università americane.

Tornato a Roma inizia a frequentare il gruppo neofigurativo Il pro e il contro, che riunisce i critici Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Duilio Morosini ed i pittori Ugo Attardi, Ennio Calabria, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione e Renzo Vespignani, distaccandosene solo nel 1964. Intanto alcune sue opere vengono esposte in Australia, in Medio Oriente e in Nordafrica.
Il ritorno in Sicilia
Dal 1966 al 1969 è assistente di Renato Guttuso alla cattedra di pittura dell’Accademia di belle arti di Roma, in cui in seguito comincia ad insegnare. Nel 1979 ottiene la cattedra di pittura all’Accademia di Catania e torna a vivere in Sicilia, a Quartarella.

Molti dei suoi lavori ispirati al mare, un tema a lui molto caro, traggono ispirazione dalla borgata di Sampieri, non lontano da Scicli. Il suo primo mare, realizzato proprio sulla spiaggia di Sampieri, mostra una forte influenza di Munch.
Le sue opere dei tardi anni Sessanta manifestano un realismo nitido, velato di lirismo, che trova nelle marine (ma anche nei ritratti e nelle scene d’interno) la sua espressione più congeniale.

Nel 1966 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia (dove sarà presente anche nel 1972, 1978, 1982, 1988 con una sala personale nel Padiglione Italia e infine nel 2011). Nel 1977, durante un viaggio a Parigi, viene folgorato dalla pittura di Caspar David Friedrich, che ha modo di vedere in una mostra sul Romanticismo e che lo influenzerà per molti anni.
Il mare, un grande e mutevole amore
Il 1981 è un anno cruciale per la ricerca di Guccione perché comincia la grande tela L’ultimo mare, che terminerà solo nel 1983. Tale dipinto segna l’abbandono della pittura ad olio e della tematica del mare a favore di disegni e pastelli, con cui realizza due importanti cicli: il Viaggio attorno a Caspar David Friedrich e Carrubo: immagini e riflessioni intorno ad un albero che muore.

Intanto (1983), insieme al pittore ed amico Franco Sarnari diventa un punto di riferimento di alcuni artisti suoi conterranei, con cui espone nella mostra Ombre e Luci del Sud alla Galleria La Tavolozza di Palermo. Guttuso visita l’esposizione e battezza i partecipanti come il Gruppo di Scicli.
L’anno successivo Guccione torna negli Stati Uniti su invito dall’Hirshorn Museum di Washington per esporre alla mostra internazionale Drawings 1974 – 84 e, attraverso la galleria Il Gabbiano, alla Chicago International Art Exposition con una mostra personale presentata da Susan Sontag.
Nel 1985 espone un’antologica di grafica al Metropolitan Museum/The Mezzanine Gallery of Art di New York e due dei suoi lavori entrano nella collezione permanente del Museo.
Quello stesso anno, ricomincia a realizzare dipinti ad olio e torna anche all’amato tema del mare, ma non abbandona i pastelli con cui realizza le illustrazioni per il racconto Senso di Camillo Boito.

Il mare di Guccione cambia molte volte durante la sua ricerca artistica: dalle prime marine di Sampieri, si trasforma in puro azzurro e fa corpo unico col cielo (come nel quadro Verso Oriente invisibile e leggero esposto alla personale di Palazzo Reale a Milano nel 1998) ed infine profondità assoluta, come nell’ultimo ciclo che l’artista gli dedica, introdotto dai due dipinti Sul far della luna e Il grido della luna (2000).
Nel 2008 una sua antologica al Palazzo Reale di Milano è curata da Vittorio Sgarbi e presentata da Maurizio Calvesi alla GNAM – Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Durante la sua lunga carriera, Piero Guccione ha ricevuto numerose onoreficenze: nel 1995 viene nominato Accademico di San Luca, nel 1999 la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli conferisce il Premio Speciale per la Cultura con Riccardo Muti e Rita Levi Montalcini, nel 2004 Carlo Azeglio Ciampi gli consegna la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica Italiana come benemerito dell’arte e della cultura, l’anno successivo la Regione Siciliana celebra i suoi 70 anni con una mostra itinerante tra San Pietroburgo, Monza, Barcellona e Modica.

Il 2015 è l’anno della sua ultima antologica, organizzata come celebrazione per i suoi 80 anni dalla città di Modica e curata da Paolo Nifosi e Tonino Cannata. Il 6 ottobre 2018 si spegne nella sua amata casa di Quartarella.
Per Bolaffi ha realizzato La Geometria per il ciclo Le Sette Arti Liberali.